La propensione alla trasgressione da parte dei minori, in questi ultimi decenni, è aumentata in maniera esponenziale. Sui quotidiani appaiono sempre più spesso titoli allarmistici come: “Stupratore a tredici anni”; “Giovanissimi ma violenti”; “Bullismo a scuola”; “Sesso, fumo ed alcool: identità del minore”.
I genitori, impegnati e stressati dalle ambizioni lavorative, dalla quadratura del bilancio o dagli impegni sociali, sono sempre più in difficoltà nel capire e interpretare i cambiamenti e l’aumentata conflittualità dei figli adolescenti. E spesso viene da domandarsi se i conflitti adolescenziali siano un problema dei figli o piuttosto una condizione indotta dai genitori. In questi frangenti il ricorso a un investigatore può essere non solo giustificato, ma anche consigliabile per tre principali ragioni:
- garantire la dovuta imparzialità e l’equilibrio di valutazione che il genitore da solo, per il suo coinvolgimento emotivo, non può conseguire;
- fugare o confermare, in maniera certa, un dubbio che potrebbe compromettere il rapporto tra genitori e figli;
- per quanto riguarda i genitori, ottenere preziosi consigli sulla maniera più appropriata per affrontare i comportamenti conflittuali dei figli, come ad esempio rivolgersi a chi di competenza (psicologo o neuropsichiatra infantile) e mettersi in discussione, per appurare se tali comportamenti conflittuali non siano in realtà da ricondurre a loro problemi relazionali tra i coniugi.